GUIDA San Germano Chisone
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Foto San Germano Chisone: 2012, 2009, 2008 |
San Germano Chisone è situato in Piemonte, in Provincia di Torino. Il 30 settembre si festeggia il Patrono, San Germano. Tra gli edifici religiosi: Chiesa Parrocchiale di San Germano; Tempio Valdese di San Germano Chisone.
Confina con i comuni di: Inverso Pinasca, Porte, Prarostino, Pramollo, San Secondo di Pinerolo, Villar Perosa e Angrogna.
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Storia
Roma e San Germano
Nell'area del comune sono state ritrovate tracce di insediamenti di epoca romana; non abbiamo indizi che ci permettono di rilevare con maggiore precisione le caratteristiche di questi centri, certo è che già nel V secolo ci dobbiamo trovare di fronte a dei nuclei precisi. Questi borghi, infatti, come il resto della valle, furono visitati da San Germano vescovo, nel suo viaggio verso la corte ravennate di Valentiniano, nel 425 a.C. San Germano, infatti, originario di Auxerre, fu fortemente impegnato in una missione evangelizzatrice che incluse anche la val Chisone.
Le incursioni
La presenza di toponimi berberi, presso le frazioni sangermanesi, riprova che questi borghi patirono le violente incursioni saracene. I saraceni, in Piemonte, giunsero addirittura a saccheggiare l'abbazia della Novalesa, provenendo dalla Provenza. E' sicuro, ormai, che le loro scorrerie furono possibili anche attraverso benemerenze politiche, come quella con Ugo di Provenza (880-947), conte d'Arles, marchese del regno di Provenza e re d'Italia. Con Berengario I, i saraceni vennero definitivamente sconfitti.
Nel X secolo San Germano è possesso del vescovo di Torino; ma nel 1037, il vescovo Landolfo cede la località all'abbazia di Santa Maria di Cavour.
Sotto Pinerolo
Nel 1064 Adelaide di Susa dona San Germano ad una importante istituzione ecclesiastica, la famosa abbazia di Santa Maria di Pinerolo che è posta direttamente sotto al giurisdizione di Roma.
Nel 1246 San Germano viene incamerata direttamente dai Savoia-Acaia, a causa della perdita d'indipendenza di Pinerolo. I pinerolesi avevano, infatti, proclamato la loro indipendenza contro le rivendicazioni del vescovo di Torino, ai tempi di Federico Barbarossa, che aveva, a sua volta, appoggiato il vescovo.
Accadde, però, che una serie di contrasti interni al comune, e che coinvolgevano anche importanti istituzioni sovracomunali come l'abbazia di San Verano, portassero nel 1245, i Savoia-Acaia direttamente a capo di Pinerolo che diventava, a partire dal 1295, la capitale dei loro possedimenti in Piemonte.
Sotto i Savoia
Nel 1418, a seguito dell'estinzione del ramo dei Savoia-Acaia, Amedeo VIII passava al potere. Nel frattempo, nel 1361, il feudo di San Germano era stato scorporato e venduto ai fratelli Pietro e Daniele Provana; costoro, nel 1378, lo vendettero ad Andreone e Pietro Solaro.
Intanto, nel 1440, era salito al potere Ludovico di Savoia, detto il generoso: costui, nel 1432 sposò Anna di Cipro, figlia del re Giano di Lusignano, re di Cipro, Gerusalemme e Armenia. La moglie ebbe una forte influenza sul marito che decise di infeudare, al posto dei Solaro, il cardinale Lancilloto di Lusignano, parente della moglie, nel 1449.
Per una strano scherzo della storia il cardinal Lusignano fu fatto abate di Santa Maria di Pinerolo e San Germano ritornò ad essere patrimonio della abbazia.
Pasque Piemontesi e Primavera di Sangue
Nel frattempo, a partire dal Quattrocento, si era fortemente diffuso il culto valdese che era diventato maggioritario nella prima metà del XV secolo. Da questo punto di vista l'appartenere all'abbazia di Santa Maria di Pinerolo, per San Germano, è, in questo momento, un problema. Le bande che si richiamavano all'abate, ad esempio, nel 1560, prendono e bruciano il pastore valdese Jean Lauvergeat.
Dopo la la Pace di Cavour sembra imporsi un maggiore clima di tolleranza; nel 1580 la popolazione di San Germano era nella quasi-totalità valdese. La ripresa della politica di cattolicizzazione forzata promossa da Madama Reale e dalle correnti filofrancesi fa degenerare rapidamente la situazione. La primavera di sangue si abbatte con grave violenza.
Nel 1619 San Germano viene acquistata da Emanuele Filiberto Goveano.
Intanto, le cronache ci riferiscono di un primo grosso rastrellamento antivaldese nel 1655. Con la revoca dell'Editto di Nantes, le cose vanno anche peggio. Nell'ambito del glorioso rimpatrio, i valdesi che precedentemente erano fuggiti in Svizzera per evitare le persecuzioni, avevano fatto qui ritorno; teatro della resistenza di questo gruppo di valdesi, guidati dal celebre Henry Arnaud, è proprio San Germano. I combattimenti proseguono sanguinosi fino al 1690. In quell'occasione la carneficina è scatenata dai valdesi. San Geramano, infatti, era già stata "etnicamente" ripulita della presenza valdese, e le autorità sabaude, per ripopolare le valli, avevano promosso la colonizzazione della val Chisone da parte di cattolici provenienti dal vercellese. In quell'occasione i valdesi scatenarono una rappresaglia sui nuovi occupanti di San Germano.
Durante il breve tentativo di Vittorio Amedeo II di smarcarsi dall'influenza francese, entrando in guerra proprio contro Luigi XIV, per i valdesi ci fu un po' di pace. La nuova alleanza dei Savoia, in fatti, era con due grande potenze protestanti: Inghilterra ed Olanda.
La scelta libertaria del Duca gli si ritorce contro; San Germano ed Inverso Pinasca si costituiscono come la Libera Repubblica della Valle di San Martino, altresì nota come Repubblica del sale. Uno stato cuscinetto legato a Luigi XIV e che rappresentava una spina nel fianco per i Savoia.
Dalla Pace di Utrecht ad oggi
Lo stato fantoccio crolla nel 1708, mentre la pace definitiva è con il trattato di Utrecht, nel 1714, con il quale i Savoia guadagnano nuovi territori e confermano uno status di autonomia rispetto alla corona francese.
Nel 1746 i Goveano, per motivi finanziari, vendono il titolo ad Agostino Calandra, conte di Santa Croce.
Dove Mangiare
- Trattoria Birreria Namaste, Via Ghersine, 2/B
Complessi Bandistici
- Banda Musicale Sangermanese